Qual è la realtà per il turismo italiano? Cosa ci aspetta?
I mesi passati abbiamo vissuto momenti difficili che tristemente non dimenticheremo mai. Oggi viviamo nella piena incertezza e non è facile capire cosa ci aspetta. Qual è la realtà per il turismo italiano?
E’ indubbio che il comparto alberghiero sia stato il più colpito dalla pandemia e questo era piuttosto prevedibile visto che le destinazioni che rappresentano all’estero il nostro fiore all’occhiello raccolgono principalmente traffico internazionale.
Cosa abbiamo passato?
La Roma spettrale di questi mesi rimarrà sicuramente nei ricordi di tutti noi così abituati a vederla pullulante di turisti nell’era pre covid. Un centro storico deserto ci fa comprendere al di là di ogni rilevazione quanto il turismo incida non solo nella vita economica della città ma anche sulla vita delle persone; serrande abbassate ed hotel chiusi sono l’esatta fotografia del nostro quotidiano.
Quel traffico internazionale che da marzo 2020 si è improvvisamente interrotto lasciando senza materia prima, il turista, le strutture di Roma, Firenze, Venezia e tutte quelle destinazioni dove il bacino estero rappresenta fra il 70 l’80 % del fatturato; a complicare la situazione anche l’impossibilità di movimento in Italia ed il divieto di organizzare eventi e congressi. In queste condizioni di mercato, con un crollo verticale dell’occupazione, c’è poco da fare e del resto la scelta di chiudere è stata di almeno l’80 % delle strutture delle tre città d’arte.
Roma non è diversa da Firenze che non è diversa da Venezia e le stesse immagini si replicano a Londra, Madrid, Barcellona, e tutte quelle città che da sempre attirano i turisti internazionali che mescolandosi ai locali danno vita alle città ed alle economie contribuendo al benessere collettivo.
Una economia sofferente
Una economia che soffre ha bisogno di aiuto e anche su sollecitazione della Federalberghi, che mai ha fatto mancare l’interlocuzione alle Istituzioni preposte, alcuni di questi aiuti hanno parzialmente contribuito ad un sostegno alle imprese quanto ai lavoratori.
Un sostegno in termini di assistenza al reddito, riduzione delle imposte, fondi perduti, garanzie statali su prestiti, piccoli tasselli nessuno risolutivo ma se usati nell’ambito di una strategia di piccoli passi possono essere un aiuto. Poco ma almeno qualcosa su cui contare.
Del resto, anche da parte governativa c’era da far fronte ad una caduta verticale dell’economia non solo turistica ma di tutti i comparti, non solo italiana ma mondiale, una crisi insomma che ha ampiamente superato quelle del 1929 e del 2008 sia come intensità che come impatto.
Va aggiunto che parlare solo degli aspetti economici della crisi è oltremodo riduttivo visto che questa crisi ha portato morte, e non dobbiamo nasconderci dietro un dito nell’utilizzare questa parola, visto che ogni giorno ormai da mesi ogni mezzo di informazioni aggiorna i tristi conteggi.
Cosa è cambiato per chi lavora in hotel?
Ora è giunto il momento di fare i conti con la realtà per il turismo italiano ovvero sullo stato delle persone, sul loro benessere psichico e sulla loro tenuta visto che il ritorno alla normalità non sarà immediato e probabilmente molto graduale come spiegherò in seguito.
Se è vero che il benessere dei cittadini come collettività spetta al Governo quello dei nostri collaboratori spetta a noi manager di hotel. Molti di loro alla ripresa delle operazioni saranno molto cambiati, avranno innanzitutto perso la quotidianità del lavoro ed avranno quindi un inserimento che potrebbe essere difficoltoso almeno all’inizio, altri avranno toccato con mano le difficoltà ed altri potrebbero aver riflettuto sulla loro vita, sulle loro aspirazioni e potrebbero non trovare più di soddisfazione nel lavoro di prima.
Non sarà un compito facile per chi dovrà riorganizzare i processi e soprattutto gestire le persone.
Quando sarà la ripresa?
E’ innegabile infine che oggi l’assillo di tutti gli operatori è quello di identificare una data per la ripresa. Proverò a rispondere anche se è sempre pericoloso fare previsioni ma oggi sicuramente abbiamo un quadro più chiaro rispetto al passato.
Primavera 2022 è una data presumibile visto che il 2021 sarà utilizzato per la somministrazione del vaccino in Italia, in Europa e nel mondo e solo dopo aver vaccinato la popolazione si potrà parlare di ripresa del comparto che ha bisogno e non dimentichiamolo mai di un perfetto funzionamento dei flussi internazionali.
Analizzando la realtà per il turismo, ovviamente il mercato interno e quello di prossimità , penso all’Europa, ripartirà prima con benefici per le destinazioni balneari e di prossimità per i viaggiatori europei come il nord Italia. Più lenta ovviamente la ripresa delle città d’arte, parzialmente attenuata dalla mobilità interna e dai viaggiatori europei ma destinazioni come Roma, Firenze e Venezia hanno, come noto nel bacino di oltreoceano il loro mercato di riferimento.
C’è quindi molto da fare per farci trovare pronti, ma a questo punto con un quadro chiaro inizia il lavoro preparatorio per cogliere le opportunità di domani, che non saranno certo quelle di ieri.
Roberto Necci