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Il divieto delle clausole di parità non ferma il dominio delle OTA in Svizzera

Nonostante l’intervento normativo, gli hotel svizzeri affrontano costi di commissione in aumento, accesso limitato ai dati e una crescente dipendenza dalle OTA

25 marzo 2025

Due anni dopo l’entrata in vigore della Lex Booking, la legge che ha vietato le clausole di parità tariffaria in Svizzera, un nuovo studio rivela che le agenzie di viaggio online (OTA) come Booking.com ed Expedia continuano ad avere un impatto significativo sulla distribuzione alberghiera. Sebbene l’obiettivo della normativa fosse rafforzare le prenotazioni dirette e ridurre la dipendenza degli hotel dalle OTA, la realtà dei fatti mostra un quadro più complesso.

Prenotazioni dirette: un vantaggio solo per le strutture più piccole

Secondo lo studio, il 60% delle prenotazioni avviene ancora tramite canali diretti, un dato positivo che avvantaggia soprattutto le strutture più piccole e situate in aree rurali. Tuttavia, il panorama cambia drasticamente per gli hotel più grandi e orientati a una clientela internazionale, dove l’uso delle OTA è addirittura aumentato.

L’inaspettata crescita delle OTA: dal 27% al 36%

Nonostante il divieto delle clausole di parità, la quota di mercato delle OTA è salita dal 27% al 36%. Questo aumento suggerisce che, piuttosto che ridurre la dipendenza dagli intermediari, alcuni hotel hanno finito per intensificare l’uso di questi canali per rimanere competitivi sul mercato globale.

Commissioni elevate e accesso limitato ai dati

Le OTA continuano a imporre commissioni che variano tra il 12% e il 20% per ogni prenotazione, incidendo significativamente sulla redditività delle strutture alberghiere. A questo si aggiunge un altro problema cruciale: l’accesso limitato ai dati dei clienti. Gli hotel spesso ricevono informazioni parziali sui loro ospiti, il che ostacola le strategie di fidelizzazione e marketing diretto.

Mancanza di trasparenza e pratiche di undercutting

Un’altra sfida riguarda le politiche di sconto adottate dalle OTA. Molti hotel lamentano la mancanza di trasparenza nelle campagne promozionali di Booking.com ed Expedia, che spesso applicano riduzioni di prezzo senza il consenso degli albergatori. Queste pratiche, note come “undercutting”, compromettono ulteriormente i margini di profitto delle strutture alberghiere.

Conclusioni

Il divieto delle clausole di parità tariffaria avrebbe dovuto riequilibrare il rapporto tra hotel e OTA, ma i risultati dimostrano che il problema persiste. Se da un lato le prenotazioni dirette restano una risorsa fondamentale, dall’altro le OTA continuano a detenere un forte potere contrattuale, con commissioni elevate e un controllo significativo sulla distribuzione delle camere. Per affrontare queste sfide, gli hotel svizzeri dovranno investire maggiormente in strategie di marketing diretto, programmi di fidelizzazione e soluzioni tecnologiche che permettano di ridurre la dipendenza dagli intermediari.

Per approfondire, consulta lo studio completo: link al documento.